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Teatro delle Bambole – Pferd Person. L’insostituibile frenesia del verbo “Studio sull’eternità del corpo”
22 Marzo 2019-08:00/17:00
22 marzo 2019
INIZIO ORE 21:00
Museo Hermann Nitsch
Vico Lungo Pontecorvo 29/d, Napoli
Progetto di ricerca: “La lingua degli insetti [Epilogo] – Cofanetto 9: Cimicidae”.
Partitura: Andrea Cramarossa
Con: Silvia Cuccovillo e Federico Gobbi
Casa Madre: Teatro delle Bambole
Apertura al pubblico a seguito della residenza artistica presso il Museo Hermann Nitsch
La nostra razza è fatta per governare il mondo. La nostra razza, è la sola, possibile, razza del genere umano alla quale sia stata data la facoltà del libero arbitrio. Andiamo, con passo svelto, verso la dittatura di questo verbo.
L’idea di messa in scena di “Pferd Person”, parte dalla consapevolezza della propria solitudine e dello stato di reietto. Si parte dalla nudità del ladro, del giovane ladruncolo affamato che si aggira tra le scartoffie dei libri che non ha mai potuto leggere, vivendo come un ratto nel substrato urbano che ignora la sua esistenza e, quindi, non si preoccupa di darne casa e famiglia, ma solo indifferenza. Il ladruncolo assorbe questa indifferenza. Assorbe l’assenza di empatia e la capacità di provare affetto e sentimenti per qualsiasi cosa viva, a meno che non si tratti di un membro della propria, evanescente, famiglia, che, in quanto famiglia, si aggrega nell’accumulo di spazi vuoti, di assenza di tempo e di persone, dove il capofamiglia è il ladro adolescente più grande d’età e che sa maneggiar bene il coltello. Egli, provvede allo scucio, alla rapina, e porta a casa i soldi sufficienti per il cibo di quel giorno e per il letto di quella notte.
L’acquisizione delle pratiche dell’indifferenza avvicina costoro, accumulo di umanità molto giovane e molto dimenticata, a quel potere che loro credono sia il potere, ammirandone, nell’odio, la sfacciata ostentazione d’una esistenza opulente e lussuosa. Il desiderio della sostituzione di persone, ideali, elementi narrativi reali e della fantasia, è molto forte e indomabile. La conquista dell’elettrizzante giogo che porterà all’eliminazione delle “statue” che governano l’Olimpo posticcio e fasullo d’una indifferente e anaffettiva “razza”, sarà l’obiettivo della loro marcia verso un mondo uniformemente dedito al culto estetico delle proporzioni, nel congrasso appariscente dei valori umani ridotti in macerie.
Due attori in scena, un uomo e una donna, affronteranno il panico che scaturisce dalla visione del vuoto. Il nulla impera nella sostanza materiale e immateriale che costruisce la società e i due vogliono prendere il loro posto nell’Olimpo del potere. Come neghittosi dei, si spingono oltre la loro nudità, inebriati dalle parole che il loro dio supremo recita nel tuono d’un cielo avverso, con l’ausilio del megafono o dell’altoparlante, perché il trucco escogitato dalla sapiente mano dell’uomo possa far giungere il verbo a tutte le persone, non dentro le persone ma dentro le loro orecchie. Ne uscirà, nel tempo, un individuo nuovo, pulito, igienicamente ineccepibile, “very nice” dalla sua immagine nello specchio, un individuo che è nuovamente dio, a sua immagine e somiglianza. Andrea Cramarossa Teatro delle Bambole a Napoli con l’epilogo del progetto quinquennale “La lingua degli insetti” (2012-2017).
Perché un epilogo? Dopo cinque anni di ricerca, quello che credevamo fosse un percorso ellittico, è diventato un processo iperbolico che ha continuamente attraversato l’area continentale dell’Iperuranio, offrendoci nuove, infinite, suggestioni, alle quali non abbiamo potuto rinunciare. Un epilogo, dunque, si è reso necessario e lo sguardo s’è voltato, ancor di più, verso una forma etica/estetica la cui figura sbatte e si infrange dal centro alla periferia dei sentimenti umani. Questo movimento, questa oscillazione – diremmo una propensione dell’uomo alla deità – diventa la nota – dolente – di uno smaccato innesto tra più e differenti “animalità”, una continua ricerca dell’uomo nuovo adulterato nella prolifica tabe della sperimentazione scientifica. “Pferd Person” è l’ennesimo e non ultimo sbirciare dell’uomo contemporaneo nell’oscenità del nazismo, alla ricerca di una risposta a quel “perché”, fossile di una realtà assoluta.
I lavori artistici nati dal Progetto “La lingua degli insetti” ad oggi sono: “SE CADERE IMPRIGIONARE AMO – Suggestioni dal respiro di una crisalide” (Cofanetto 5: Blattidae e Lepidotteri), “IL FIORE DEL MIO GENET – Spettacolo itinerante tra i bassifondi dell’anima” (Cofanetto 6: Farfalle), “FALSE HAMLET – Opera teatrale in Fa maggiore” (Cofanetto 7: Lampyridae) e “MEDEA – Sintesi per quattro respiri” (Cofanetto 8: Ditteri).