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Living Theatre. Mysteries and Smallers Pieces / Utopia
2 Novembre 1995-21:00/5 Novembre 1995-21:00
30 ottobre – 5 novembre 1995
OPENING ORE 18:00
Studio Morra
Via Calabritto 20, Napoli
2 – 5 novembre 1995
INIZIO ORE 21:00
Teatro Mercadante
Piazza Municipio, Napoli
Torna a Napoli Judith Malina, l’erede e protagonista di un mito del teatro contemporaneo, Living Theatre. Lunedì alle 18 allo studio Morra c’è stata l’inaugurazione di una settimana di manifestazioni che è terminata il 5 novembre. I due spettacoli, dal 2 al 5 novembre al Teatro Mercadante, sono stati preceduti – lunedì 30, alla galleria Morra – da una mostra fotografica sul lavoro del Living, la prima curata da Fabio Donato (che ha raccolto immagini tratte da alcuni spettacoli del Living ormai passati alla storia del teatro moderno, come “Paradise now”, “Antigone”, “Sette meditazioni sul sado-masochismo politico”), e la seconda da Luciano Ferrara, che si è concentrato su quest’ultimo lavoro. Judith Malina, che con Julian Beck è stata fondatrice e animatrice di tutta l’esperienza del Living, ha letto insieme ad Hanon Reznikov dei testi poetici di quello che è stato il suo compagno di vita e di lavoro. Di Julian Beck è stato inoltre presentato “Theandric”, il libro che rappresenta il testamento artistico di una delle più importanti figure del teatro dei nostri tempi. Edito da una casa editrice romana, la Socrates, il volume è stato commentato dagli interventi di Eduardo Cicelyn, Stelio Maria Martini, Renato Nicolini, e della stessa Malina e Reznikov. Una particolarità interessante è la sezione che è stata dedicata alla raccolta dei disegni e dei quadri dipinti dallo stesso Beck. Un’attività poco conosciuta, questa del fondatore del Living, ma da sempre presente nella sua storia artistica, un po’ come gli acquerelli che costituivano il presupposto dei film di Fellini. Al Mercadante, il 2 e 3 novembre, è stato riproposto uno spettacolo “storico” del Living, “Mysteries and smaller pieces” un lavoro del ’64 che – secondo alcuni critici – è stato il vero capostipite di tutto il teatro di ricerca degli anni successivi. Uno spettacolo che è stato recentemente rimontato in occasione del trentesimo anniversario della sua creazione, e ha riscosso un successo inaspettato presso il pubblico newyorkese”. “Questa pièce sembra un bambino pieno di speranze che rifiuta il cinismo del mondo sofisticato – ha scritto il New York Times – In questo periodo, nel quale le forme superficiali degli anni ’60 vengono rievocate senza alcuna vera comprensione del loro significato, questo spettacolo rimane fedele sia all’idealismo stesso, sia alle forme anarchiche che lo esprimono”.
E questo deriva anche dal lavoro di ricreazione che la Malina ha fatto, chiamando a rimontare lo spettacolo molti di coloro che parteciparono alla prima versione, perchè potessero comunicare ai nuovi interpreti il senso e la pratica di quei riti teatrali e parateatrali in cui si condensava la “rivoluzione espressiva” del Living. Di seguito, il 4 e 5 novembre, è stata poi in scena, sempre al Mercadante, “Utopia”, un lavoro in 8 quadri concepito da Hanon Reznikov e diretto da Judith Malina. “Il nostro scopo nel creare uno spettacolo sull’utopia è quello di superare lo scetticismo dello spettatore verso i propri desideri – afferma la Malina, nelle sue note di regia – Siamo educati ad essere diffidenti, a rifiutare la possibilità della soddisfazione dei nostri desideri più profondi. Come disse Goodman, quando definiscono qualcosa come “utopistico”, vuol dire che non vogliono che tu lo faccia”. E invece il Living, da oltre trent’anni, riesce a far vivere la sua utopia sui palcoscenici di tutto il mondo. E da giovedì è tornato a Napoli, in quello che è oggi il suo teatro più significativo, simbolo di un cambiamento che vuole affermarsi nelle coscienze, prima che nelle cose materiali. Esattamente la stessa sfida a cui Judith Malina e tutto il Living hanno consacrato la loro esperienza artistica e la loro vita.