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L’inferno non è l’ombra del paradiso.
24 Giugno 2023-08:00/3 Settembre 2023-17:00
MAURIZIO ELETTRICO: IMAGO MUNDI. L’inferno non è l’ombra del paradiso.
24.06-3.09.2023
A cura di: Marta Wróblewska
Organizzazione: Centro Nazionale Polacco della Scultura di Oronsko [PL]
Partner: Fondazione Morra di Napoli [IT], Istituto Italiano di Cultura a Varsavia [PL]
Collaborazione: Istituto ‘Caselli-Real Fabbrica di Capodimonte’ di Napoli, progetto NaturAlia, œra
‘Imago mundi’ è un’installazione site-specific creata da Maurizio Elettrico nella cappella neoclassica durante la sua residenza artistica di tre settimane al Centro Nazionale Polacco della Scultura di Orońsko vicino a Varsavia. Rappresenta la visione di un mondo alternativo basato su metamorfosi temporali e spaziali. Il progetto costituisce la prima tappa di una serie di presentazioni ispirate al mondo fantastico descritto nella saga ‘Lo scoiattolo e il Graal’, realizzati in collaborazione con istituzioni internazionali Polonia, Turchia e Corea.
Nell’onirica installazione post-barocca ‘Imago mundi’ realizzata per il Centro Nazionale Polacco della Scultura di Orońsko, l’artista napoletano Maurizio Elettrico ha utilizzato l’archetipo del giardino. Il giardino come modello del cosmo è onnipresente fin dall’antichità nelle culture del mondo, per citare l’Eden biblico, i campi dell’Eliseo, il mitologico giardino delle Esperidi, i giardini pensili di Babilonia o i giardini zen giapponesi. Il simbolismo del giardino contiene un’importante dicotomia: da un lato è saldamente radicato nella natura come suprema forza ordinatrice legata al ciclo della vita e della morte, mentre dall’altro non può funzionare senza l’intervento e il controllo dell’uomo.
‘Imago mundi’ interagisce alla confluenza di vari ambiti e delle poetiche ad essi assegnate. La struttura degli oggetti polimaterici che riempiono la cappella neoclassica di Orońsko assomiglia a fossili surreali, sui quali l’artista tatua con un pirografo la storia inventata che tratta delle entità che ha creato. Definendole con neologismi pseudo-latini, inserisce questa fantasia paleontologica in un contesto para-scientifico, simile ai gabinetti delle curiosità popolari nei secoli XVI, XVII e XVIII, il cui scopo non era solo quello di sistematizzare la conoscenza, ma anche di offrire uno spazio favorevole alla riflessione e alla cognizione filosofica.
Così, trasformando e giustapponendo elementi del mondo organico e inorganico in particolari combinazioni di immagini, parole, suoni e odori, Elettrico dipinge uno scenario speculativo di una pseudo-realtà parallela. Si tratta di un bizzarro habitat artificiale-naturale, il cui progettista è un bioartista transumanista post-umano. Il suo ecosistema è costituito da specie ibride vegetali e animali create attraverso una sofisticata combinazione di genetica, magia, sciamanesimo e… arte.
LO SCOIATTOLO E GRAL
I fili narrativi e i motivi visivi presenti nell’installazione immersiva e multisensoriale di Elettrico sono tratti dall’opera letteraria in sette volumi – ‘Lo Scoiattolo e il Graal’, in cui l’artista presenta un’immagine per metà utopica e per metà distopica di un mondo progettato attraverso la sperimentazione artistica e scientifica. È dominato dall’unione di due forze politiche: la tecnocrazia e l’artecrazia, che costruiscono la loro posizione di potere basandosi sul culto della bellezza raffinata, attraverso l’avanzamento della conoscenza scientifica ed esoterica, nonché la conduzione di esperimenti biotecnologici avanzati.
I giardini di Kermer descritti nel ‘Lo Scoiattolo e il Graal’, situati in un iperspazio indeterminato e sfuggente, diventano biosfere specifiche con un tratto spiritualista distinto, teatro di manipolazioni biologiche ossessive che danno vita a entità transgenetiche come la Vanessa extraordinaria – una specie di farfalla creata con una miscela di geni di ichneumone e cobra, usata come arma biologica letale. I giganteschi fiori di obsof forniscono loro il nettare vitale. Creature mutate al confine tra java e fantasy, la zona di luce e ombra, come Canjal, Glamstax, Splepix o Glostrock, simboleggiano la coesistenza delle forze del bene e del male, che alla fine vengono neutralizzate e trasformate in energia vitale positiva.
POLIMATERIALISMO
Il polimaterismo del mondo creato da Elettrico ha un significato metaforico. L’area mediterranea, dove si è formata la sensibilità dell’artista, si identifica con una tradizione artistica e artigianale plurisecolare, basata sullo sviluppo e l’applicazione spesso pionieristica di diversi materiali e tecniche, che costituiscono scenari estetici, ma anche intellettuali, per le epoche e gli stili artistici che si sono succeduti, dall’antichità, attraverso il barocco, il liberty a Napoli, fino ai giorni nostri rappresentati da un ampio spettro di generi artistici. Accostando pietre semipreziose provenienti da tutto il mondo, porcellane prodotte dalla Real Fabbrica di Capodimonte e legno polacco, alla nuova generazione di materiali sintetici di Oera creati con tecnologie innovative basate sul riciclo, Elettrico mette in evidenza le relazioni materiali e concettuali tra entità organiche e inorganiche.
Il suo giardino diventa uno spazio di laboratorio per esperimenti su oggetti che rappresentano una specifica provenienza geografica e culturale, così come le funzioni e i significati ad essi assegnati. L’arte di Elettrico si avvicina quindi ideologicamente alle riflessioni dei ricercatori contemporanei associati al nuovo materialismo, per citare Timothy Morton, TJ Demos o Rosi Braidotti, in merito alla problematica del potenziale delle cyber- e biotecnologie, nonché dei rapporti di potere sociale. L’esplorazione del potenziale della materia ha quindi un duplice significato: può essere un modo per controllare e plasmare la realtà, oppure può portare a una cognizione filosofica e a un’esistenza consapevole, critica e responsabile, basata sulla coscienza dei limiti dell’universo, che a un certo punto deve essere in grado di vedersi nel proprio specchio.
UTOPIA O DISTOPIA?
L’impero dei bioaristocratici dotati di capacità soprannaturali è una variante dell’organizzazione del mondo come conseguenza di una sfrenata brama di potere e di relativismo morale, strettamente legata all’onnipresenza della bellezza sublime e sofisticata come conditio sine qua non dell’esistenza. Mentre ipotizza una sorta di dittatura ecologica basata su una peculiare bioetica, Elettrico gioca contemporaneamente con l’ordine naturale così come lo conosciamo, umano e divino. Il mondo che descrive, ossessionato dalla bellezza e dall’immortalità, non accetta la vecchiaia, l’imperfezione e la caducità. D’altra parte, la presenza di varie figure ibride che sfuggono a tutte le tassonomie e le norme conosciute è un tentativo di relativizzare le definizioni con cui l’uomo ha gerarchizzato, categorizzato e dominato la realtà.
‘Imago mundi’ è quindi una seducente costruzione estetica e politica, una fantasia di un’epoca post-umanista in cui il ruolo dell’uomo naturale è stato estremamente marginalizzato. Le sottili sfumature critiche di questa visione, tuttavia, sono prive di qualsiasi ambizione di moralizzare, valorizzare, riformare o fissare la realtà. Piuttosto, la stimolazione dell’immaginazione attraverso l’uso di una poetica evocativa è un invito a tentare di rivalutare paradigmi ossificati e pratiche consolidate che portano l’umanità verso una volontaria autodistruzione.