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La Digestion – musica ascoltata raramente I Edizione
22 Settembre 2016-20:30/14 Luglio 2017-20:30
22 settembre 2016 – 14 luglio 2017
INGRESSO ALLE PERFORMANCES ORE 20:30
a cura di Raffaella Morra, Giulio Nocera, Mimmo Napolitano, Renato Grieco
Al via La Digestion musica ascoltata raramente, festival dedicato alla musica di ricerca, frutto della collaborazione fra l’associazione culturale Phonurgia (fondata da Giulio Nocera, Mimmo Napolitano e Renato Grieco, giovani musicisti napoletani), la E-M Arts, la Fondazione Morra e il Museo Hermann Nitsch. Da decenni attive nella promozione e nella diffusione delle arti multimediali, queste tre organizzazioni hanno accolto la sollecitazione della neonata associazione Phonurgia con la volontà precisa e comune di ricondurre Napoli al centro del dibattito Europeo attorno alle arti analogiche, digitali e performative.
Il festival si articola in sei appuntamenti dal 22 settembre 2016 a luglio 2017, con protagonisti internazionali, dagli Stati Uniti alla Corea, ponendo attenzione alle espressioni più estreme che normalmente restano fuori dai circuiti delle programmazioni ufficiali.
Obiettivo de La Digestion è mettere in circolo energie, attivare collaborazioni e dialoghi fra artisti, illuminare e animare la vitalità di alcuni luoghi cittadini.
I musicisti sono invitati a permanere nella città per esplorarla, per collaborare con musicisti Italiani, incontrare il pubblico e svolgere dei laboratori, costruire quindi una relazione forte e continuativa con il tessuto di Napoli, la cui complessità e singolare capacità di traspirare e illuminare il reale ne fanno luogo ideale per il dibattito artistico e la sperimentazione.
I luoghi del festival sono scelti al fine di penetrare la città a vari livelli. In senso geografico, dislocando gli eventi in un percorso discendente/ascendente, dal Museo Nitsch al Centro Storico e viceversa. Sul piano sociale, selezionando zone che trattengono ancora diverse abilità e relazioni fra quartieri abitati da straordinarie comunità.
Il titolo del festival è mutuato dal poema sonoro La Digestion di Henri Chopin, geniale artista Francese della Poésie Sonore, invitato in Italia dalla Fondazione Morra che ne ha tradotto e pubblicato numerosi libri e ne conserva un’ampia collezione di dattilopoemi.
Henri Chopin supera la soglia della lettera, retrocede alla lingua intesa come ‘organo’.
Un giorno del 1972 Chopin ingoia una piccola sonda microfonica, registra su nastro magnetico i microrumori della cavità orale, ecco un nuovo universo. Il gesto avventato di Chopin è in realtà una dichiarazione di intenti; per il poeta si tratta di ingoiare la parola, fagocitarla, negarne il primato, ritornare alla zona in cui si genera la sillaba, abbandonare il cancro del linguaggio, digerirlo, defecarlo, slegarlo dai suoi vincoli significanti. La voce, per Chopin, è segnale interiore e gli impasti sonori si pongono come significative presenze aldilà di ogni convenzione linguistica.
È in questa crepa fra suono e corpo che si inserisce La Digestion, prima edizione, un festival da pensare come un viaggio rischioso e irrefrenabile dentro le forme del suono, nelle intercapedini fra macchine elettroniche e strumenti analogici, nella caverna dello stomaco e nei cunicoli orofaringei, alle periferie estreme della materia sonica.
Idioletto è parola chiave del lavoro curatoriale che ispira il festival.
L’idioletto, stando al Dizionario di retorica e stilistica di Angelo Marchese, è l’uso della lingua proprio di ogni individuo, il suo linguaggio o ‘stile’ personale, prescindendo dal gruppo in cui l’individuo è inserito.
In ambito retorico-stilistico, l’idioletto viene associato, per lo più, ad una resistenza, opacità, singolarità dell’universo comunicativo e, forse, ad un’intrinseca contraddittorietà. Tuttavia, «l’idioletto» – citando Biagio Cepollaro – «non fa che ostentare, fino all’esasperazione, come un bimbo o come un saggio, la valenza drammaticamente comunicativa di chi non scivola nell’illusione della trasparenza».
È per questa ragione che le esperienze artistiche a cui La Digestion rivolge l’attenzione sono non trasparenti e complesse, degli enigmi che richiedono grandezza d’animo e partecipazione, per generare continuamente nuove domande.
Di questo progetto ambizioso di ri-fondazione, che è inoltre un esperimento di ricongiungimento fra generazioni e fra mondi, La Digestion è solo il primo passo.
Un primo anno dedicato interamente alla musica con la ferma intenzione di estendere il festival con sezioni dedicate alle arti multimediali, al teatro e alla performance.