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Gli inediti di Errico Ruotolo. Aprire gli occhi e ascoltare il buio
19 Dicembre 2005-18:00/28 Gennaio 2006-18:00
19 dicembre 2005 – 28 gennaio 2006
OPENING 19 DICEMBRE ORE 18:00
Palazzo dello Spagnuolo
Via Vergini 19, Napoli
A cura di Giuseppe Morra
Lunedì 19 dicembre 2005 alle ore 18 presso la Fondazione Morra verrà presentato dal Sovrintendente Nicola Spinosa, e dal professor Gabriele Frasca, il libro-catalogo edito dalla d’if dal titolo “Gli inediti di Errico Ruotolo Aprire gli occhi ed ascoltare il buio” che intreccia lavoro d’artista e lavoro letterario.
Negli spazi della Fondazione Morra saranno esposte produzioni inedite e storiche di Errico Ruotolo, nato a Napoli nel 1939, che partono dal 1962 – anno in cui consegue il diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli nella sezione Pittura – per arrivare alle quattro recentissime opere datate 2005.
La mostra, curata da Peppe Morra, prevede nello specifico 18 tele e 10 disegni su carta dalle dimensioni 15×21 sul tema dell’Islam e dell’Olocausto, in linea con il ciclo di opere della “non violenza”, che prende avvio negli anni ’70 quando l’artista, allora militante, cercò di capire quale potesse essere la sua risposta di fronte a queste tematiche, e un filmato sull’artista con interventi di Gabriele Frasca.
La carriera artistica di Errico Ruotolo comincia verso la fine degli anni ’50, rivolgendosi inizialmente al campo figurativo con inclinazioni tendenti all’immaginario, per poi estendersi al coinvolgimento dell’oggetto, alternando liberamente pittura e materia, in una relazione con l’ambiente esterno che non viene mai a mancare.
A partire dagli inizi degli anni Settanta nel suo lavoro si inserisce anche l’elemento della scrittura: è facile trovare brevi annotazioni o “cancellazioni” all’interno delle sue opere; la sua produzione più recente, sempre attenta al rapporto col quotidiano, ripropone immagini che traducono nel gesto – colore – segno le stratificazioni della memoria vissute dall’artista.
Non viene abbandonata l’intenzione originaria di comunicare con il mondo circostante, attraverso un linguaggio spesso caratterizzato dall’ira e dalla denuncia della violenza di un mondo fondato su un capitalismo predatorio e guerrafondaio.
Tecnicamente la ricerca con sperimentazioni di tipo informale si sposta dapprima tra superficie pittorica e legno, continua con l’inserimento di altri materiali con i quali realizza assemblages; l’artista infatti assembla come un artigiano materiali di raccatto, objets trouvés, su grosse tele che raffigurano agguati e scene di guerra, pietre preziose e orchestre corali; realizza collage di denuncia con macchie di colore e smalto intervallate da fili elettrici, oggetti plastici e metallici, pezzi di stoffa impastati nell’argilla; ritrae un amletico William Shakespeare e un Massimo Troisi dove note metalliche si stagliano su un pentagramma di cartone e stoffe precolorate fanno da sfondo al viso dell’attore.
Fra le sue esposizioni: nel 1965 a Siviglia e successivamente nel 1966 è presente a “Proposta ‘66” a Roma; nel 1967, partecipa, sempre a Roma, alla rassegna “Prospettiva 3”. Nel 1976, con l’”A/Social Group” è presente alla Biennale di Venezia. Nel 1971 è protagonista insieme ad altri tre importanti artisti con l’opera il Teorema di Talete alla CAE (Studio Morra) a Napoli, nel 1984 espone a Rennes in Francia alla “Maison de la Culture” mentre nel 1991 è invitato alla rassegna “The Modernity of Lyrism” allestita a Stoccolma.
Dal 1995 partecipa al progetto “Orologio ad Acqua” di Quintino Scolavino presentato all’Acquario di Napoli insieme a Gabriele Castaldo, Antonio De Filippis e Carmine Rezzuti con l’intervento di musicisti e poeti, fra cui Gabriele Frasca.