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Giuseppe Zevola. Autoritratto: cervello, gola, ombelico, sesso, ginocchia, piedi.

24 Giugno 1995

24 giugno 1995
INIZIO ORE 21:00
Palazzo dello Spagnuolo
Via Vergini 19, Napoli

Presso la Fondazione Morra, Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive, al Palazzo dello Spagnuolo si è svolta la performance dell’artista Giuseppe Zevola dal titolo “Autoritratto: cervello, gola, ombelico, sesso, ginocchia, piedi. Metafora del pazzo da legare o dell’Uomo integrale” un controtitolo dell’happening artistico-teatrale-musicale (come risulta dal programma distribuito agli intervenuti): happening la cui parte musicale è stata svolta dal violinista Egidio Mastrominico che ha eseguito brani di Bach, Bonporti, Corelli, Grieg, De Asmundis, Kreisler, Pergolesi, Rossini, Rota, Scarlatti e Strauss. L’esecuzione musicale è stata contrappuntata dal ticchettio di tre macchine da scrivere, disposte alle tre estremità di un lungo tavolo, punteggiate da bicchieri vuoti  che, con simmetrica regolarità, si alternavano ad altri che contenevano una fragola. La parte centrale del lungo tavolo imbandito era sovrastata da una tenda da accampamento: più che altro, un padiglione di ristoro o di rappresentanza di un accampamento militare da film in costume. Tutt’intorno al tavolo, lungo le pareti e nelle sale antistanti, o poggiate su mensole, facevano bella mostra di sè i collage dell’artista: composizioni di oggetti o macchie di colore su vecchie carte geografiche. Il tutto era ricoperto da lunghe strisce di cartone che imballavano, ancora sulle pareti, le opere. Quella a cui abbiamo assistito, infatti, più che un vernissage o uno spettacolo multimediale, è stata la chiusura di una mostra. L’artista, accompagnato dal violinista, si è congedato da noi, mostrando se stesso come uomo (facendosi sbarbare davanti al pubblico), mentre la madre era intenta a scrivere ad una delle tre macchine che contrappuntavano il violino. Ma si mostrava a noi anche (e soprattutto) come artista con le opere imballate alle opere. Ci ha anche permesso di vedere attraverso i suoi occhi di artista: alla tenda erano appesi, in orizzontale, degli occhiali tridimensionali che mostravano lo spettro cromatico della luce di alcune candele, gli occhi (e i suoni) dell’artista, appunto.

Gaetano D’Elia

Dettagli

Data:
24 Giugno 1995

Luogo

Palazzo dello Spagnuolo
Via Vergini, 19
Napoli, Italia
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