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Fabrizia Ramondino. Voci della città

9 Giugno 2010

9 giugno 2010
INIZIO ORE 19:00
Museo Hermann Nitsch
Vico Lungo Pontecorvo 29/d, Napoli

Dopo la proclamazione dei vincitori del Premio Napoli 2010 al Museo Nitsch di Montesanto, territorio al quale è dedicata questa 56a edizione del premio letterario, la Fondazione Premio Napoli torna al Nitsch (vico lungo Pontecorvo 29/d) per proporre, mercoledì prossimo 9 giugno alle ore 19, un incontro dedicato a Fabrizia Ramondino, “Star di casa nel mondo. Il nuovo Taccuino tedesco”: l’iniziativa, nell’ambito della rassegna “Voci delle città” inaugurata dalla quest’anno, è promossa in collaborazione con il Goethe-Institut di Napoli e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

Il punto di partenza per ragionare intorno al complesso percorso intellettuale della Ramondino è il “Taccuino tedesco. 1954-2004”, pubblicato quest’anno da Nottetempo: la Germania secondo Fabrizia Ramondino, ovvero cronaca di un viaggio esteriore e interiore attraverso mezzo secolo di storia e cultura tedesca.
Valentina Di Rosa, curatrice del libro, è tra i relatori della serata, insieme con Giuseppe Merlino, Mario Martone e Patrizio Esposito, che ha collaborato con Martone al soggetto del film “Una storia sahrawi”, che sarà proiettato al Nitsch. Nel 1999, con Fabrizia Ramondino e Fatima Mahfoud, Esposito cura il progetto “Necessità dei volti”, nato dall’impegno di promuovere la visione in Europa dell’archivio fotografico custodito nel Museo sahrawi della guerra, fondato nel deserto algerino dell’Hammada.

Nel corso della serata l’attrice Giovanna Giuliani proporrà la lettura di una serie di brani della Ramondino.

SCHEDA Fabrizia Ramondino (1936-2008) è nata a Napoli e ha vissuto in Spagna, Francia, Germania e Italia. Ha pubblicato, fra gli altri, Althénopis (Einaudi, 1981), Un giorno e mezzo (Einaudi, 1988), Star di casa (Garzanti, 1992), In viaggio (Einaudi, 1995), L’isola riflessa (Einaudi, 1998), Passaggio a Trieste (Einaudi, 2000), Guerra d’infanzia e di Spagna (Einaudi, 2001).

Il romanzo La via (Einaudi 2008), è uscito il giorno dopo la sua morte improvvisa, avvenuta per un malore durante un bagno in mare sulla spiaggia di Sant’Agostino a Gaeta (LT). Con le edizioni Nottetempo ha pubblicato Il calore, 2004, e Taccuino tedesco. 1954-2004.

SCHEDA Fabrizia Ramondino, Taccuino tedesco. 1954 – 2004, Nottetempo. Febbraio 2010

La Germania secondo Fabrizia Ramondino ovvero diario di un “viaggio esteriore e interiore”, scandito dal ritmo di una meditazione poetica: nelle pagine di questo taccuino, l’autrice narra di sé e della sua lunga frequentazione delle “terre tedesche”, ricostruendo, dal dopoguerra sino a oggi, l’instabile profilo di un Paese segnato dai traumi e dalle crisi ripetute del Novecento.

Immagini di città – Heidelberg, Francoforte, Monaco, Wuppertal, Weimar, Berlino – si intrecciano a riflessioni sulla Storia e sulla cultura tedesca, sollecitando via via, accanto alla memoria del passato, un tentativo di decifrare gli scenari del presente scaturiti dalla svolta del 1989.

Ne deriva un singolare itinerario attraverso lo spazio e il tempo, che è insieme un bilancio di vita e di scrittura: l’esperienza del viaggio coinvolge di rimando la nozione delle origini e il rapporto con Napoli, “città balia” piú che “madre”, oggetto di un amore difficile e radice di un senso irrimediabilmente precario dello star di casa e nel mondo. Accompagnano il testo tre lettere inedite di Gesualdo Bufalino, Anna Maria Ortese e Karsten Witte riferite alla prima versione del Taccuino tedesco (La Tartaruga, 1987).

Incipit del Taccuino tedesco. Fu così che venni a sapere in modo definitivo come nascono i bambini. Avevo diciassette anni e preparavo gli esami di maturità con un’amica del Viale Elena. Il Viale Elena era stato costruito in un periodo umbertino e era ombreggiato da due file di pini, regolari come i palazzi signorili, che facevano frangente da un lato al vento del mare, dall’altro ai poveri della Torretta. Ciascuna di noi due ragazze aveva i propri modelli di donna o fantasmi interiori. Per me, che appartenevo a una famiglia colta, ma decaduta economicamente, e che per varie vicissitudini ero outsider, tanto a scuola che nella borghesia napoletana, il fantasma amato era Anna Maria Ortese, che pochi anni prima aveva frequentato quel Viale. Per la mia amica, che apparteneva a una famiglia più incolta, ma in rapida ascesa sociale, il fantasma era G. L., donna bellissima, elegante e libera. Attorno a ambedue i fantasmi femminili aleggiava il peccato: quello di comunismo attorno a Anna Maria Ortese, quello di sesso attorno a G. L.

Dettagli

Data:
9 Giugno 2010
Categoria Evento:

Luogo

Museo Hermann Nitsch
Vico Lungo Pontecorvo 29/d
Napoli, 80135 Italia
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FONDAZIONE PREMIO NAPOLI
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