Biografia
Nanni Balestrini nasce a Milano nel 1935. Oltre ad essere poeta, è narratore, artista visivo, autore teatrale. È uno sperimentatore delle connessioni che legano parole, testi e immagini. Con Pagliarani, Giuliani, Sanguineti e Porta entra a far parte dell’antologia dei I Novissimi (1961), che è un po’ il preludio della neoavanguardia e del Gruppo ’63, di cui naturalmente Balestrini ha fatto parte. Partecipa alla nascita di importanti riviste letterarie, come “Il Verri”, diretta da Luciano Anceschi, “Quindici” o “Alfabeta”. Sin dall’inizio è affascinato dalle potenzialità espressive del linguaggio, che dissociato dal suo valore semantico diviene l’oggetto della poesia. Ricombinando frammenti linguistici preesistenti, brani di realtà prelevati da film, libri e da ogni sorta di medium, Balestrini crea un non linguaggio, il grado zero della significazione, per dare la possibilità al pubblico di generare il proprio. Tra le sue opere di poesia si ricordano Come si agisce (1963), Le ballate della signorina Richmond (1977), Blackout (1981), Caosmogona (2010). Balestrini distrugge e riconfigura i linguaggi, per riprodurre il cortocircuito che avviene tra dinamicità esterna, corpo mobile e pensiero in movimento. La sua vasta produzione comprende poesie sperimentali (è stato il primo autore ad usare il computer per comporre una poesia) e romanzi impegnati politicamente riguardanti le lotte del movimento degli anni settanta come Vogliamo tutto (1971), un romanzo-cronaca sui moti operai della Fiat di Torino del 1969, scritto in presa diretta aprendo il microfono del registratore durante le riunioni, le assemblee e le manifestazioni del movimento operaio. Narratore epico, Balestrini racconta altre storie nelle storie, spesso partendo da un sistematico riuso di fonti scritte, senza alcuna discriminazione di provenienza. Il Tristano (2007) è un romanzo multiplo, stampato in 2500 copie ognuna diversa dall’altra secondo le regole dell’ars combinatoria, un remix di frasi preesistenti estratte da atlanti, giornali, romanzi rosa e guide turistiche rimescolate in modo da ottenere un testo narrativo. La dinamicità e l’unicità diversificate emergono con particolare forza nel suo film Tristanoil, presentato a Documenta 13 nel 2012 come il film più lungo del mondo perché virtualmente di durata infinita. Nel 2010 ha contribuito al lancio della rivista “Alfabeta2”. Parallelamente alla produzione letteraria ha sviluppato una intensa ricerca in campo visivo, documentata nella monografia Con gli occhi del linguaggio (2006). Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero, nel 1993 alla Biennale di Venezia, in seguito a Palazzo Grassi sempre a Venezia e ancora al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato; e con personali alla Galleria Mazzoli di Modena, al MACRO (Museo d’arte contemporanea di Roma), alla Fondazione Morra di Napoli, alla Fondazione Mudimae alla Fondazione Marconi di Milano, al Museion di Bolzano, al Museo Novecento di Firenze.