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INDEPENDENT FILM SHOW 19th Edition
27 Giugno 2019-21:00/29 Giugno 2019-21:00
27 giugno – 29 giugno 2019
INIZIO PROIEZIONI ORE 21:00
Fondazione Morra – Museo Nitsch (Belvedere)
Vico Lungo Pontecorvo 29/d, Napoli
A cura di Raffaella Morra e Sabina Maselli
Independent Film Show 19 edition, tra le più innovative rassegne internazionali di experimental film in Italia, dal 2001 coordinata da Raffaella Morra e organizzata da E-M ARTS associazione culturale in collaborazione con Fondazione Morra, si costruisce attorno alle ricerche dei filmmakers totalmente liberi di sperimentare modi e approcci per generare delle complesse immagini accomunate da un’accentuata propensione alla genialità creativa. Questa intensa modalità di ricerca è il risultato di scelte ingegnose che instillano un’alternativa al vedere e valutare gli intricati codici che fluiscono sullo schermo e nella mente; l’experimental film provoca sinestesie potenti nei nostri recettori sensoriali e per questo gli eventi dell’Independent Film Show si ammirano, si percepiscono, ci avvolgono… fino alla meditazione. Questa possibilità immersiva di stabilire un contatto diretto con le idee filmiche indipendenti è l’intenzione di Independent Film Show: delle esperienze percettive inusuali attendono il pubblico che per tre giorni si inoltra per dei territori inesplorati, fruendo le vecchie e le nuove pratiche di impressione della pellicola filmica e le innovazioni dei media digitali.
Come le stelle si mostrano quando il sole è tramontato, così le potenti forze di questi film si rivelano quando il corpo e la mente varcano la soglia del minimamente percettibile, affinando i modi di osservazione e oltrepassando i limiti del visibile.
Non distogliere lo sguardo, ciò che stiamo guardando ora sarà diverso la prossima volta, stiamo per assistere a qualcosa di veramente vivo e spontaneo…
Giovedì 27 giugno nella selezione Intuitive imagination a cura di Raffaella Morra una sequenza di differenti sollecitazioni guida l’osservazione in un movimento innovatore per variare e ampliare le visualizzazioni del mondo, scivolando fuori degli stabili confini sensoriali: Insolite di Maya Schweizer raccoglie insieme delle immagini del Vesuvio di oggi e dell’ultima eruzione nel 1944; per Prádelna di Alexandra Moralesová il materiale girato durante le prove dell’opera teatrale Marat/Sade è utilizzato come pretesto per esaminare il meccanismo del teatro e il suo potere di purificazione; Fran di Georgy Bagdasarov esplora la trasformazione della pellicola 16mm mentre il protagonista si dissolve nel paesaggio; Kairos di Stefano Canapa è un film poetico di danza ambientato in un’isola del Mediterraneo in cui pellicola-natura-corpo producono una coreografia materiale interconnessa; nel film Osmosis di Bradley Eros l’elementale, l’effimero e il costruito si compongono in una performance per immagini triple; in From end to end di Peter Conrad Beyer con tre proiettori 16mm l’opposizione strutturale della natura e della civiltà genera un processo di confronto e unificazione in un’atmosfera apocalittica incline al caos.
Degli esercizi di diversa natura per due dia-proiettori, due otturatori, due performers, dei giocattoli ottici, una voce e un pubblico: la performance There must be some way out of here di Alexandra Moralesová e Georgy Bagdasarov si ispira alle riflessioni della conoscenza umana sulla visione e sull’immagine in movimento. La visione umana è situata nel proprio corpo fisico ma conduce l’umano fuori da sé e lo connette al mondo esterno; vedere le immagini in movimento così come ascoltare una melodia è una coincidenza delle capacità fisiologiche e mentali. L’immagine in movimento è un costrutto che richiede di essere decostruito e ricostruito di nuovo, se non altro per il piacere che procura.
Venerdì 28 giugno il programma Film is ritual a cura di Sabina Maselli campiona una piccola selezione di film 16mm di filmmakers Australiani che lavorano in forma sperimentale utilizzando le elaborazioni a mano, membri del laboratorio Artist Film Workshop di Melbourne. Film is ritual suggerisce che l’approccio molto pratico del fare film (stratificazione, mascheratura, ripetizione) penetra lo stesso materiale, lasciando un’impronta personale e fisica su ciascun film.
‘satellite’ di Sabina Maselli con due proiettori 16mm e l’audio dal vivo di Erkki Veltheim è un rituale filmico che performa la frattura del sé e la sua dispersione nell’ambiente mediante l’atto del girare e alterare il tempo. Tramite l’azione ripetitiva (sia della cinepresa che del corpo) può verificarsi una trasformazione animista: una fusione del corpo femminile e di quello celestiale. Il doppio film è accompagnato da una traccia sonora composta dal vivo da Erkki Veltheim, un singolo frammento di una voce femminile è replicata e modulata, ruotando intorno all’immagine a diverse velocità.
In prima visione italiana il video di Ken e Flo Jacobs Nervous Magic Lantern: Chaos is Order Misunderstood accompagnato dall’audio mixato dal vivo di Michael J. Schumacher. Nervous Magic Lantern è un dispositivo di proiezione inventato da Ken Jacobs nel 2000, e con l’aiuto di sua moglie Flo da allora ne ha dato delle performance pubbliche: con una meccanica semplice che poteva esser inventata secoli prima del cinema si crea un’illusione della profondità ancora più pronunciata quando guardata con un solo occhio.
Sabato 29 giugno i film in Mystical spaces a cura di Raffaella Morra possono funzionare come macchine per alterare lo spazio-tempo, per trasferire il fruitore in un’esperienza intrisa di dinamiche fantastiche; questi viaggi sono degli accessi ultraterreni verso luoghi mistici che emanano un’essenza animistica del cosmo, come un potere spirituale che può influenzare il nostro benessere: in Alétheia di Enrico Mandirola delle montagne in Colombia disegnano un nuovo orizzonte frammentato; Pablo Mazzolo in The Quilpo dreams waterflows filma il sacro santuario dei Comechingón in Argentina; Inger Lise Hansen nel video TÅKE osserva lo spettacolo della nebbia attraverso diversi formati filmici e digitali; HERMAN(N)è una strada di Berlino con la reputazione di un posto pericoloso eppure Deborah S. Phillips la vede attraverso la luce dorata di tarda estate come un luogo invitante; Not (a) part di Vicky Smith è concepito in relazione al rapido declino delle api con un’elevata ricorrenza al film fatto a mano; Dervish Machine di Bradley Eros e Jeanne Liotta è il posto per sperimentare l’impermanenza… e per far festa con l’immagine non fissata.
In Your Eyes Are Spectral Machines Luis Macías materializza la semplice illusione dell’immagine in movimento maneggiando degli oggetti davanti alla luce dei proiettori, una creazione cosmica al centro dello schermo avvolta da ondulazioni luminose pulsanti. Il movimento prodotto da Macías è una combinazione alchemica di più livelli di luce, ritoccati attraverso il fuoco e le dissolvenze dei proiettori e diaproiettori, che creano delle forme fugaci di visioni mutevoli.