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Mimma e Vettor Pisani – L’Angelo dell’Occidente
23 Ottobre 2004-19:00/22 Gennaio 2005-19:00
23 ottobre 2004 – 22 gennaio 2005
OPENING 23 OTTOBRE ORE 19.00
Fondazione Morra – Palazzo dello Spagnuolo
Via Vergini 19, Napoli
Catalogo della mostra con 34 poesie di M. Pisani, 26 disegni di V. Pisani e un testo di A.Capasso, Edizioni Morra
La personale di Vettor Pisani si inaugura sabato 23 ottobre 2004. Figura tra le più originali della scena artistica internazionale degli ultimi decenni, celebre per le sue performances e per le sue installazioni pervase da un forte carattere misterico e da uno spiccato senso della teatralità, capace di volgere lo sguardo verso orizzonti che riflettono la complessità contemporanea per le modalità operative, per la flessibilità multimediale e per la libertà d’azione che sa mettere in campo nel suo operare artistico.
“Ne abbiamo di strada da percorrere nelle tenebre fino all’anello che circonda il mondo, fino alla nona sfera celeste. Il fine dell’arte è concepire la meta, il paesaggio della perfezione racchiuso nel colore azzurro-smeraldo, nel lampo edenico che illumina pietre e abissi.
L’artista prova, riprova la costruzione del luogo aureolato dagli angeli.
Il suo mundus immaginalis è nutrito dall’angelo melanconico di Dürer dall’angelo di Rilke che serve luoghi incomparabili, al centro dell’universo, dall’angelo di vento di Klee, dal suo stesso angelo androgino, complice del mondo animale.
L’opera si sottrae così all’arroganza dello sguardo, rinasce nella dimensione invisibile della metamorfosi, garantisce il rovesciamento di senso, tocca e sorvola i punti del disfacimento, unifica i linguaggi visivo e poetico, beffa il vuoto della vicenda umana con la sua compiutezza.
“Le scintille di Dio” della intuizione e dell’ideazione comunque, svaniscono nelle pupille vuote di Oriente ed Occidente. Sull’orrore della storia cadono la luce di Fanes, il decreto enigmatico, mortale della Sfinge. E’ difficile stendere sul nulla del quotidiano lo smalto della creazione.
Il lavoro di Vettor Pisani procede per vie traverse, clandestine, riflesso di molteplici memorie.
Labirintico, ritagliato, frammentato, esplora le strutture stesse del mistero della psiche. Marionette, manichini, bambole rotte rendono la tensione tra negazione e forma .
Le sue macchine alchemiche replicano ironicamente, clonano realtà originarie. Il corpo artificiale, virtuale dell’opera è dichiarato “VERO FALSO D’ AUTORE”. Sovrastando macerie e catastrofi, l’opera è presente e resiste come struggimento visionario, come indizio di un epoca, come sussurro poetico.”
Mimma Pisani