- Questo evento è passato.
Salvatore Cotugno. Collages e pitture filmiche
15 Febbraio 2001-19:30/20 Marzo 2001-19:30
15 febbraio – 20 marzo 2001
OPENING 15 FEBBRAIO ORE 19:30
Palazzo dello Spagnuolo
Via Vergini 19, Napoli
Nel catalogo pubblicato dalle edizioni Morra in occasione di una personale, discutendo con Vitaliano Corbi Salvatore Cotugno così descrive il modo di realizzazione delle sue strisce: “…l’inizio viene quasi sempre da un colpo di fortuna, da un incontro fortuito con una fotografia, una stampa, un’illustrazione. Da questa ricavo tutta una serie di fotocopie su cui intervengo in modi diversi. Voglio dire che sulle fotocopie ottenute da uno stesso esemplare compio interventi differenti di ritaglio, di collage, di colorazione, ecc.. Così procedo con altre immagini. Infine c’è il montaggio dei fotogrammi. È solo in questa fase finale che, come nel cinema, l’idea di fondo acquista una forma precisa. Nella striscia alla quale sto lavorando in questi giorni sono partito da una stereoscopia dell’Ottocento. Sono stato colpito infatti da una di quelle coppie di fotografie che una volta si guardavano allo stereoscopio. C’è la scena di una ragazza che si tuffa da una barca. In questo tuffo ho sentito qualcosa di strano, di enigmatico. La scena m’è parsa una specie di misterioso suicidio. Ora sto cercando fotografie sul mare che si adattino a quella scena e ne ho trovate alcune con dei personaggi in costume da bagno che mi danno l’impressione di star cercando la ragazza. Così da un fotogramma iniziale si sta ora sviluppando una storia…”.
“Collages e pitture filmiche” di Salvatore Cotugno, che si terrà dal 15 febbraio al 20 marzo 2001 presso la Fondazione Morra – Istituto di Scienze delle Comunicazioni Visive, parte proprio dall’opera “Il tuffo” del ’91 per continuare poi con un’altra successione di strisce tra le quali alcune dedicate alla festa azione di Hermann Nitsch nel ’96.
Le storie che ne derivano non danno l’idea del movimento, ma anzi sono fotogrammi fissi, immagini bloccate che racchiudono più ricchezza e profondità che in una serie di immagini scorrevoli.
Proseguendo la sua ricerca, Cotugno ha ridotto ancor più la narrazione giungendo a raccontare la realtà attraverso due soli istanti. “…Ce n’è veramente tanto, in queste scene, di insistente sadismo da far venire in mente Dalì e Bunũel o da giustificare il richiamo ad Artaud e al ‘teatro della crudeltà’… Forse Cotugno, eliminando dalle sue opere la percezione del movimento, ha voluto fermare e quasi mettere alla gogna le dolorose contraddizioni del presente…”.