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Trasumanar e comparar. Linguaggi di rivoluzione in Pier Paolo Pasolini
24 Novembre 2010-18:00/21 Dicembre 2010-18:00
24 Novembre – 21 Dicembre 2010
OPENING 24 NOVEMBRE ORE 18:00
Palazzo Ruffo di Bagnara
Piazza Dante 89, Napoli
A cura di Marianna Rascente
Mercoledì 24 Novembre
ore 10.00
Tavola rotonda con:
prof. Giuseppe Morra (Pres. della Fondazione Morra)
prof. Carlo Vecce (Università “l’Orientale” di Napoli)
prof.ssa Johanna Borek (Università di Vienna)
prof.ssa Graziella Chiarcossi
Venerdì 26 Novembre ore 15.00
A cura di Semicerchio
Introduce Massimo Fusillo
Intervengono:
Paolo Lago
Francesco Stella e Federico Condello
Letture di:
Antonello Cossia
L’Antico parla oggi, II
Pasolini segreto: Eneide e Carmina Burana
“Io sono una forza del Passato.
Solo nella tradizione è il mio amore”
P.P. Pasolini, Poesia in forma di rosa
Nell’ambito del Progetto Europeo EST (Europa Spazio di Traduzione), che per l’Italia coinvolge l’Università di Napoli “L’Orientale”, il Festival della Traduzione che si terrà a Napoli dal 22 al 29 novembre costellato da numerose proposte e iniziative, presenta la mostra su Pier Paolo Pasolini “Trasumanar e comparar” che avrà luogo presso la prestigiosa sede di Palazzo Bagnara della Fondazione Morra, che ospita l’iniziativa.
Realizzata anche grazie alla preziosa collaborazione del Gabinetto Scientifico Letterario G.V. Vieusseux e della Cineteca di Bologna, l’itinerario espositivo racconta come Pasolini non abbia guardato alla propria epoca come semplice “scrittore”, ma abbia realizzato un confronto creativo e innovativo tra epoche e luoghi diversi. Comparatore di culture, di linguaggi, di codici espressivi, di arti, di epoche e contesti storico-geografici, Pasolini spiega la sua straordinaria visione del futuro, di cui è stato efficace anticipatore.
Originalissimo antropologo, Pasolini ha utilizzato il disegno, la grafica e la pittura per “fotografare”, nelle forme e nei codici del grande ‘900 figurativo italiano – di cui era acuto conoscitore – la società contadina e sottoproletaria italiana. Un contesto culturale che egli reputa come unico sostrato possibile da cui trarre quei valori estetici e artistici che reputava pericolosamente insidiati dalla “rivoluzione antropologica” originata dal boom economico.
Questo destino, che sconfina le sponde italiane, per Pasolini laico e marxista è lo stesso che minaccia il valore del sacro. Dagli anni ’60 e sino alla fine il Pasolini regista ha documentato instancabilmente questi processi economici e culturali come tendenze in atto.
La mostra, lungo il percorso espositivo, ricostruisce il filo del discorso poetico – sempre unitario e coerente – dentro cui Pasolini ha portato avanti questa sua coraggiosa inchiesta sul proprio tempo: giornalismo, documentazione, polemica, regia non sono mai stati per lui cosa diversa dalla poesia.
L’esposizione comprende disegni e dipinti di Pier Paolo Pasolini provenienti dal Fondo Pasolini del Gabinetto Vieusseux, alcuni dei quali poco o mai esposti e, a sottolineare la maggiore suggestione evocativa possibile, materiali mano/dattiloscritti, ritagli di stampa, filmati e scatti suoi fotografici e di “paparazzi” celebri (Tazio Secchiaroli) dai set dei suoi film.
Si avrà l’occasione inedita, inoltre, di ammirare, anche se in copia per motivi di conservazione, le 33 tavole del fumetto/sceneggiatura del mediometraggio “La terra vista dalla luna” del 1966, sotto la regia dell’artista. Qui il discorso sulla morte, strettamente legato alla fine del sacro, del bello del mondo contadino e sottoproletario, e quindi alla fine della possibilità di rivoluzione, si concretizzano in una sceneggiatura a forma di fumetto disegnato di propria mano dal regista che ha scelto i volti di Totò, Ninetto Davoli e Silvana Mangano.
L’impostazione, anche se adeguatamente documentata, non vuole essere documentaria, ma capace di restituire il senso del discorso estetico dell’autore attraverso la suggestione degli accostamenti e degli allestimenti, lasciando al visitatore la facoltà di integrare con la propria intuizione i nessi del percorso espositivo.
La mostra segue una scansione espositiva in tre sezioni: 1) il Friuli, le culture contadine, la natura magica e arcaica delle loro popolazioni; 2) la maturità compositiva, il gramscismo, Roma e le metropoli del Sud, l’universalità del cinema; 3) la morte e la vita, il sacro come rivoluzione, il neocapitalismo consumista come antisacro e annientamento.