- Questo evento è passato.
La costruzione di una cosmologia – vol. 1 Il ruolo sociale dell’artista.
19 Giugno 2013-16:00/29 Novembre 2013-20:00
19 giugno – 29 novembre 2013
PRIMO APPUNTAMENTO 19 GIUGNO
Museo Hermann Nitsch
Vico Lungo Pontecorvo 29/d, Napoli
La costruzione di una cosmologia è un progetto di conversazioni di natura e forma diversa. Nasce dall’esigenza inappagata da anni, di costruire un panorama critico e orientativo della scena artistica italiana. E’ un compito che per definizione spetterebbe principalmente ai critici, ma che negli ultimi decenni è stato del tutto disatteso, senza che oggi si percepiscano sforzi per ricollegare i molti fili rossi che potrebbero tracciare una struttura di senso fra le moltissime identità artistiche che, fuori o dentro il nostro paese, operano costruendo il presente dell’arte italiana.
La responsabilità di un disimpegno nella costruzione di un orientamento da parte dei critici, in questi anni, è stata comunque bilanciata da un progressivo abbandono da parte degli artisti stessi di molte prerogative essenziali alla loro identità e al loro ruolo. In primo luogo è mancata la capacità di parlarsi, di confrontarsi all’interno della stessa generazione o fra generazioni diverse, sul lavoro e sulle idee, sulle visioni artistiche e su quelle della realtà. Gli artisti, hanno iniziato a chiudersi nei loro studi e ad uscirne solo quando il “sistema dell’arte” suonava il campanello per chiedere qualcosa.
La costruzione di una cosmologia nasce quindi come un’azione di riorientamento, una sorta di autoanalisi che la comunità degli artisti tenta di fare proponendo dei momenti di incontro e di confronto su alcuni elementi essenziali del proprio ruolo e della propria identità in questo preciso momento della storia.
Il progetto è l’inizio di un percorso di auto-riconoscimento della scena artistica pensato da quattro artisti fra i trenta e i quarant’anni attivi in territori diversi del paese e con un forte legame a contesti internazionali. L’obiettivo è poi quello di allargare la discussione al numero più alto di artisti possibile. Gian Maria Tosatti, Andrea Mastrovito, Giuseppe Stampone e Andrea Nacciarriti svilupperanno dunque una serie di diversi capitoli de La costruzione di una cosmologia, singolarmente o in collaborazione. Ogni tappa sarà un ciclo di conversazioni basate su un tema specifico, proposto dall’artista-curatore, nella propria città e sulla base del quale costruire un programma di inviti ed appuntamenti.
Il primo capitolo del progetto si terrà a Napoli, presso il Museo Hermann Nitsch, e sarà curato da Gian Maria Tosatti. Al centro di questo “vol. 1” ci sarà una riflessione sul “ruolo sociale dell’artista”. E’ una questione di ampio respiro che si pone come centrale rispetto all’intero corso della storia dell’arte, ma in questo specifico momento, in cui la società sembra contrarsi come in preda ad uno spasmo, ad un terremoto, il senso di una figura come l’artista in relazione al contesto si pone con maggiore urgenza. Per discuterne, tuttavia si è scelta una formula precisa: non quella classica del talk, ma quella del dialogo. Due artisti di diverse generazioni si confronteranno, senza mediazione, in presenza di testimoni, su differenti sfumature relative al tema principale. Nei cinque incontri previsti, Giuseppe Stampone e Alfredo Pirri (19 giugno) affronteranno il tema da una prospettiva “politica”, Andrea Mastrovito e Giuseppe Gallo (8 luglio) da quella della ricerca della “bellezza”, Alessandro Bulgini e Gianfranco Baruchello (16 settembre) partiranno dal concetto di “utopie quotidiane”, Andrea Nacciarriti e Stefano Arienti (21 ottobre) da quello di “economia”, e Gian Maria Tosatti e Jannis Kounellis (29 novembre) si concentreranno sul tema dell’identità.
«Il ruolo sociale dell’artista è il titolo che ho voluto dare al capitolo del progetto curato da me, perché questo è il tema che personalmente ho proposto all’attenzione degli altri artisti nella prospettiva dell’intera indagine che affronteremo. In questi anni, i miei progetti site-specific, dedicati a diverse città, mi hanno fatto percepire di cosa è portatore la figura dell’artista all’interno del corpo sociale di una comunità. Profonde ed essenziali sono le trasformazioni che l’arte, attraverso i suoi officianti, può portare nell’ordine che l’uomo dà alla propria convivenza con gli altri. Ed è sulle potenzialità e le prospettive di questo ruolo che vorrei confrontarmi assieme ad altri colleghi. Cercando di comprendere, fino in fondo, che posto ha un artista all’interno di una società che, in questi anni, a dispetto delle sue espressioni più superficiali e istituzionali, sta ridisegnando sé stessa dalle fondamenta» Gian Maria Tosatti