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INDEPENDENT FILM SHOW 17th Edition
22 Giugno 2017-20:00/24 Giugno 2017-20:00
22 giugno – 24 giugno 2017
INIZIO PROIEZIONI ORE 20:00
Museo Hermann Nitsch
Vico Lungo Pontecorvo 29/d, Napoli
INDEPENDENT FILM SHOW 17th edition, rassegna internazionale dedicata al film sperimentale indipendente, coordinata da Raffaella Morra e organizzata da E-M ARTS associazione culturale, si svolge giovedì 22, venerdì 23 e sabato 24 giugno al Museo Nitsch con la proiezione dei tre programmi di films 16mm e le tre live expanded cinema performances. Sin dal 2001, l’Independent Film Show predilige mostrare le più progressive esperienze filmiche, agendo da propulsore culturale per lo sviluppo di mentalità sensibili ai fenomeni percettivi complessi, oltre le rigide regole visive e uditive. A caratterizzare l’INDEPENDENT FILM SHOW 17th edition sono l’inventiva delle tecniche di ripresa e di impressione fotografica, la manualità filmica artigianale amplificata dal Do It Yourself, la sperimentazione di nuovi agenti di sviluppo organici naturali, il ritmo dei fotogrammi e, se fondamentale, l’inclusione delle tracce audio. La collisione tra immagine e sensazione percettiva potrebbe apparire accidentale, ma i film-makers dell’Independent Film Show applicano una resistenza alla percezione lineare, ognuno orientando la propria comprensione visiva in direzioni diverse.
Nel programma Innovative paths in the un-known, Raffaella Morra ha selezionato sette opere filmiche accomunate da una forte attrazione per l’emulsione filmica e per le trasformazioni alchemiche, in particolare i processi chimici inconsueti che inscrivono le immagini. Due films realizzati da pionieri del experimental cinema: Two Pictures è un’opera di astrazione filmica tattile e sensuale di Rose Lowder e Carl E. Brown, e In the Shadow of Marcus Mountain di Robert Schaller, girato con una cinepresa stenoscopica fatta a mano e in gran parte montato in fase di ripresa attraverso una partitura ritmica. Tra le recenti indagini filmiche, che provano a penetrare la materialità enigmatica del film ed i diversi stati emotivi: Water film di Dan Browne è una relazione complessa tra le immagini, i suoni e i processi di montaggio connessi a questioni di legittimità della memoria; ELEMENTs di Julie Murray è un’esplorazione di uno spazio visitato da accidentali figure indistinte, relazionate l’una all’altra mediante il ritmo dei propri gesti; in Rhus Typhina di Alexandra Moralesová & Georgy Bagdasarov protagonista è una pianta che agisce da agente di sviluppo filmico; River in Castle di Sandy Ding offre ripetuti riferimenti alla magia, accostando spesso i suoi film a rituali di iniziazione; DOUBT #2 di Josh Lewis esplora i confini della conoscenza manuale, la lotta corporea e l’enigma persistente del materiale.
In sinergia con il festival La Digestion – musica ascoltata raramente, la proiezione di due films di Hangjun Lee è accompagnata dall’improvvisazione sonora in quadrifonia di Chulki Hong e Will Guthrie. In The Cracked Share il pubblico è immerso in una strana miscela di immagini distorte dalla chimica e da uno sfarfallio aggressivo, un’ondata di colori esplosivi e forme sconosciute intersecate dall’improvvisazione noise di Hong e di Guthrie. Phantom Schoolgirl Army indaga le condizioni materiali della fotografia (lastre fotografiche, magnesio) e le sue “convenzioni” (la visuale dei ritratti, le funzioni del flash), ricostruendo esteticamente la dialettica tra immobilità e movimento insita nel cinema.
Venerdì 23 giugno si proietta Differently, Molussia di Nicolas Rey, adattato dal libro Die molussische Katakombe del filosofo tedesco Günther Anders, scritto tra il 1932 e il 1936, che il film-maker non ha mai letto. Il film sviluppato a mano, separato in nove bobine proiettate a caso, racconta storie e pensieri allegorici di prigionieri politici di Molussia, un immaginario stato fascista. I nove segmenti rimuginano sul capitalismo, sull’imperialismo e sulla resistenza.
Nell’expanded cinema performance Scarface di Greg Pope la manipolazione del proiettore 16mm e del proiettore per diapositive, i microfoni a contatto e i pick-up di chitarra si combinano nello spazio architettonico: l’improvvisazione e la casualità sono anche degli elementi di questo processo dinamico, partecipando al trattamento distruttivo della pellicola analogica con il culto estinto della lanterna magica.
Sabato 24 giugno A Bright Darkness include tre films e l’expanded cinema performance di Anja Dornieden e Juan David González Monroy, con il moniker di Ojoboca. Utilizzano i processi di manipolazione del supporto filmico e delle tecniche suggestive per creare l’Horrorism un metodo simulato di trasformazione interiore ed esteriore. In un’intervista, Juan David González Monroy spiega: “In sostanza, il cinema è una macchina che ti parla, ti racconta una storia. Data la dinamica del cinema, la macchina è programmata dai film-makers per parlare personalmente con ogni singolo membro del pubblico. Abbiamo iniziato a pensare al cinema in questo modo per caso, ma poiché questo è in sostanza ciò che il cinema fa, abbiamo scelto di concentrarci su questo aspetto. Naturalmente, la macchina potrebbe essere folle, potrebbe mentire, potrebbe cercare di convincerti di diversi modi per visualizzare il mondo, oppure potrebbe solo cercare di intrattenerti raccontando una buona storia”.