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Archivi Mario Franco – Cinema Assoluto o Astratto 4° INCONTRO
27 Marzo 2019
27 marzo 2019
INIZIO PROIEZIONI ORE 18:00
Archivi Mario Franco c/o Casa Morra Archivio d’Arte Contemporanea
Salita San Raffaele 20/C, Napoli
4° INCONTRO – Surrealismo al Cinema (René Magritte, Max Ernst, Man Ray, Fernand Léger)
Omaggio a René Magritte: una rara intervista con il grande artista e Les Amants, l’unico film da lui girato, in maniera amatoriale, con la moglie Georgette Berger (1952).
Desire di Max Ernst (1949) Classico esempio di “amour fou” con una coppia di amanti indecisi tra sogno e frustrazioni. Lo stesso Ernst partecipa al film. A colori, in veste di autorità censoria con fascia rossa su abito da cerimonia.
Le mistyère de chateau de dès di Man Ray (1929) Ispirato a un verso di Mallarmé: “un lancio di dadi non abolirà mai il caso”, il film è dedicato alla viscontessa di Noailles, mecenate di Man Ray, e alla sua lussuosa residenza.
The Girl with the Prefabricated Heart di Fernand Léger (1949) Léger si diverte sull’uso americano dei matrimoni seriali, mettendo in scena una pantomima di manichini sulle note di una popolare canzone cantata da Libby Holman.
Tra le avanguardie degli anni ’20 quella più “rivoluzionaria” è rappresentata dal movimento surrealista. Il territorio che si propongono di esplorare gli artisti del surrealismo è quello dell’inconscio. È il movimento artistico più popolare del ‘900. Il termine si è così diffuso che oggi «surreale» è comunemente usato per designare quel che c’è di strano, sovrannaturale o inaspettato. Una delle credenze di base del surrealismo, come stabilito dal “Manifesto” del 1924 di André Breton, suo creatore, è stata l’«amour fou»: cioè l’amore ossessivo, il genere di amore che travolge i sensi e trascina senza controllo nel vortice dei sentimenti. Per Breton il sogno è il luogo dove si manifestano tutte le pulsioni e i desideri repressi dalla censura rappresentata dalla norma borghese. I surrealisti vogliono fare emergere il lato inconscio di ognuno, un lato primitivo e perturbatore dell’ordine costituito. Nelle sue espressioni più alte, il cinema surrealista è davvero un’arte sovversiva che porte alle estreme conseguenze la visione onirica e paradossale della grande pittura similare di un Dalì, di un Magritte, di un Max Ernst. Si potrebbe anche dire che tutto il cinema è un po’ surrealista se è vero che lo schermo è come una finestra aperta sui sogni, sugli incubi, sui mostri, sui fantasmi e sulle passioni proibite di tutti noi.