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Maurizio Elettrico – Le Opere e i Giorni. La Vanitas
18 Giugno 2004-18:30/20 Giugno 2004-20:30
18 giugno – 20 giugno 2004
OPENING 18 GIUGNO ORE 18:30
Certosa di San Lorenzo
Padula, Salerno
a cura di Achille Bonito Oliva
Con le tre giornate inaugurali del 18, 19 e 20 giugno 2004 si è aperta al pubblico la terza e ultima edizione della mostra Le Opere e i Giorni concepita come iter triennale, ideata e curata da Achille Bonito Oliva alla Certosa di San Lorenzo a Padula. Dopo il Verbo e il Precetto, il tema affrontato quest’anno è quello della Vanitas.
La mostra è promossa dalla Soprintendenza di Salerno e Avellino, e si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Campania e della Provincia di Salerno. Anche quest’anno le Opere e i Giorni fanno parte degli Annali delle Arti, un progetto promosso dalla Regione Campania, ideato e diretto da Achille Bonito Oliva.
Gli artisti partecipanti, ai quali le celle sono state consegnate il 29 maggio 2004, sono stati invitati ad elaborare un’opera con i linguaggi più disparati, capaci di rappresentare una tematica legata alla finitezza delle cose e al trascorrere del tempo, elementi fondamentali del concetto di Vanitas.
Circa cento gli artisti coinvolti nel triennio, dei quali quarantaquattro invitati nel 2004: Ghada Amer, Elisabetta Benassi, Monica Biancardi, Bianco e Valente, Pietro Capogrosso, Patrizia Cavalli, Loris Cecchini, Paolo Chiasera, Enzo Cucchi, Alvin Curran, Ousmane Ndiaje Dago, Mario Dellavedova, Baldo Diodato, Isabella Ducrot, Maurizio Elettrico, Federico Fusi, Alberto Garutti, Kendell Geers, Piero Golia, Dino Innocente, Emilio Isgrò, Anish Kapoor, Sol Lewitt, Renato Mambor, Flavia Mastrella, MK, Liliana Moro con Vincenzo Cabiati, Paul Morrisey con Veruschka, Moataz Nasr, Nam June Paik, Maria Pizzi, Marialba Russo, Virginia Ryan, Remo Salvadori, Franco Scaldati, Grazia Toderi, Franco Vaccari, Wainer Vaccari, Franz West con Tamuna Sirbiladze, Sislej Xhafa, Gilberto Zorio.
In esposizione di Maurizio Elettrico: “Il Culto di Lily Moore” 2004. Installazione (Cella n°9)
Si tratta di un’opera complessa, in cui si sovrappongono in sorprendente sequenza oggetti, immagini, reliquie legate all’immaginario culto di Lily Moore, fantomatico artista vissuto in un lontanissimo futuro. Ad essere trasfigurato da incongrue e allusive presenze (sale himalayano, gemme, cristalli iridescenti, decori su carta thailandese) il corridoio della cella, dove si svolge – ricostruito da Virgilio Pervinca, immaginario archeologo del tempo futuro – un percorso iniziatico al termine del quale si staglia luminosa l’icona del sacerdote artista.